Cartelloni sessisti, l’azienda rifiuta il confronto e alimenta maschilismo e sessismo.Pronti a sit-in e al boicottaggio.
Il Comitato Provinciale Arcigay Antinoo di Napoli, le associazioni Pride Vesuvio Rainbow e Catena Rosa di Torre Annunziata denunciano con preoccupazione il reiterato contenuto sessista e maschilista dell’azienda campana Royal Print, esperta in stampa digitale e offset.
Infatti, i responsabili dell’azienda, tristemente nota per i cartelloni pubblicitari con l’immagine di un fondoschiena femminile ammiccante e succintamente abbigliato, dopo aver perseverato nella loro “crociata sessista”, affiggendo cartelloni dal contenuto ugualmente offensivo, un sedere femminile in primo piano perché la ditta è specializzata in “supporti rigidi”, rifiutano ogni confronto e dialogo e contestualmente rigettano l’invito ad immaginare campagne pubblicitarie più corrette e inclusive, invito lanciato via social e tramite un contatto diretto con l’azienda dal Vicepresidente di Arcigay Napoli Antonello Sannino
Se risulta incomprensibile l’arroganza dell’azienda nel rifiutare qualsiasi forma di dialogo e confronto con le associazioni e le Istituzioni, ancora più difficile è d’accettare la giustificazione, data mezzo stampa al quotidiano Metropolis in data 9 ottobre 2019, dalla titolare dell’azienda, Mara Vanacore, che, pur di difendere la propria campagna promozionale, sostiene che questa risulta, a suo avviso, non offensiva perché basta uscire per strada per vedere ragazze vestite in maniera ugualmente provocante. Risposta che lascia basito chiunque sappia distinguere tra libertà personale e mercificazione coatta del corpo femminile e che soprattutto ripercorre i peggiori cliché del maschilismo, come per dire che se una donna è vittima di una qualsiasi forma di violenza è perché in qualche modo se l’è cercata.
Le associazioni Arcigay Napoli, Pride Vesuvio Rainbow e Catena Rosa, indignate e preoccupate dalle risposte della Royal Print, si riservano di agire, nei prossimi giorni, pur non abbandonando l’idea del confronto e del dialogo, con eventuali campagne di boicottaggio e sit-in pubblici nei pressi dell’azienda.